Il caso Dahbia Benkired: un crimine che ha sconvolto la Francia
Il 14 ottobre 2022, nel 19° arrondissement di Parigi, il corpo della dodicenne Lola Daviet fu ritrovato in una valigia abbandonata in un cortile. La bambina era stata violentata, torturata e uccisa in modo brutale. L’indagine portò rapidamente all’arresto di Dahbia Benkired, una donna algerina di 24 anni, senza fissa dimora e con un visto da studente scaduto dal 2018.
Secondo le ricostruzioni, Benkired avrebbe attirato Lola nell’appartamento della sorella, dove l’avrebbe costretta a fare una doccia, per poi sottoporla a sevizie e violenze sessuali. Il corpo della bambina fu poi nascosto in una valigia e abbandonato. Le immagini delle telecamere di sorveglianza e le dichiarazioni della stessa Benkired furono determinanti per l’identificazione e l’arresto.
Il processo si è concluso nell’ottobre 2025 con una sentenza storica: Dahbia Benkired è diventata la prima donna in Francia a essere condannata alla “réclusion à perpétuité incompressible”, la forma più severa di ergastolo prevista dalla legge francese. Questa pena prevede che la persona condannata non possa beneficiare della libertà condizionale prima di 30 anni, e solo in circostanze eccezionali.
Il caso ha avuto un’enorme risonanza mediatica e politica. Alcuni partiti hanno strumentalizzato l’evento per alimentare il dibattito sull’immigrazione e sulla sicurezza, sottolineando che Benkired si trovava illegalmente in Francia. Altri hanno invece messo in evidenza le falle nei sistemi di controllo e assistenza sociale, chiedendo una riflessione più ampia sulle politiche di integrazione e prevenzione.
La morte di Lola ha lasciato un segno profondo nella società francese. La sua famiglia ha partecipato attivamente al processo, chiedendo giustizia e mantenendo viva la memoria della bambina. Il caso ha anche riacceso il dibattito sull’ergastolo e sulla possibilità di riformare il sistema penale per affrontare crimini di tale gravità.
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