Maurizio Minghella: Il Serial Killer delle Prostitute 


Maurizio Minghella è uno dei più noti serial killer italiani, responsabile di una serie di omicidi tra il 1978 e il 2001. La sua storia criminale è segnata da violenza, manipolazione e una lunga carriera delittuosa che ha sconvolto l'Italia.

Maurizio Minghella nacque il 16 luglio 1958 a Genova. Fin da giovane mostrò comportamenti aggressivi e difficoltà scolastiche, venendo bocciato più volte. Cresciuto in un ambiente familiare difficile, sviluppò una personalità violenta e instabile. Negli anni '70, si guadagnò il soprannome "Travoltino della Val Polcevera" per la sua passione per la disco music e le balere. 

I primi omicidi (1978)
Nel 1978, Minghella commise i suoi primi omicidi a Genova. Le vittime erano giovani donne, spesso tossicodipendenti o prostitute. Il suo modus operandi prevedeva strangolamento e violenza sessuale, con alcuni episodi di necrofilia. Arrestato nel dicembre dello stesso anno, fu condannato all'ergastolo nel 1982. 

La scarcerazione e i nuovi crimini (1996-2001)
Nel 1995, Minghella ottenne la semilibertà, ma invece di reinserirsi nella società, tornò a uccidere. Tra il 1996 e il 2001, a Torino, assassinò almeno dieci prostitute, utilizzando lo stesso metodo brutale dei suoi primi crimini. Le indagini portarono nuovamente al suo arresto nel 2001, e fu condannato a oltre 200 anni di carcere.
Nel 2005, Minghella fu condannato all'ergastolo per gli omicidi di Torino. Attualmente è detenuto sotto il regime di 41-bis, riservato ai criminali più pericolosi.
Il caso di Maurizio Minghella è uno dei più inquietanti della criminologia italiana. La sua storia evidenzia le falle del sistema giudiziario, che gli permisero di tornare a uccidere dopo la scarcerazione. Oggi, il suo nome è sinonimo di brutalità e follia criminale.


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