I mostri di Ecatepec

Il caso dei coniugi Patricia MartĂ­nez Bernal e Juan Carlos Hernández BĂ©jar, noti come “I Mostri di Ecatepec”, ha scosso profondamente il Messico e il mondo intero per la sua brutalitĂ  e perversione. Tra il 2012 e il 2018, la coppia ha perpetrato una serie di omicidi nel comune di Ecatepec de Morelos, nello Stato del Messico, prendendo di mira principalmente donne vulnerabili. 

Juan Carlos Hernández BĂ©jar è nato nel 1985 a Lázaro Cárdenas, Michoacán. La sua infanzia è stata segnata da abusi: sua madre, una donna single, lo vestiva da bambina e lo costringeva ad assistere ai suoi incontri sessuali. Inoltre, ha subito abusi sessuali da parte di una donna che si prendeva cura di lui durante l’infanzia. A dieci anni, una caduta dalle scale gli ha causato un grave trauma cranico. Da adulto, ha svolto vari lavori, tra cui cameriere, raccoglitore di materiali riciclabili e venditore ambulante. Si è anche arruolato nell’esercito, ma ha disertato poco dopo. Secondo analisi psicologiche, Juan Carlos soffre di disturbi della personalitĂ  e psicosi, manifestando allucinazioni visive e una compulsione omicida. 
 
Patricia MartĂ­nez Bernal, nata nel 1980 anch’essa a Lázaro Cárdenas, proveniva da una famiglia povera. La sua infanzia è stata caratterizzata da abusi sessuali da parte di un cugino all’etĂ  di sei anni. Con un basso rendimento scolastico e una personalitĂ  sottomessa e manipolabile, è stata diagnosticata con un’intelligenza al limite della disabilitĂ  intellettiva. Da adulta, ha cercato affetto attraverso comportamenti sottomessi, specialmente nei confronti degli uomini, e ha lavorato come cameriera e, secondo alcune fonti, come prostituta. 

La coppia si è incontrata nel 2008 in un ristorante dove Patricia lavorava come cameriera e Juan Carlos era un cliente abituale. Nonostante Juan Carlos vantasse di essere un “assassino su commissione”, Patricia ha deciso di iniziare una relazione con lui. Si sono trasferiti insieme a Ecatepec e hanno avuto quattro figli. Per mantenersi, vendevano abbigliamento, profumi e telefoni cellulari di seconda mano e raccoglievano materiali riciclabili. Agli occhi dei vicini, sembravano una famiglia normale. 

La coppia attirava le vittime, spesso conoscenti o vicine di casa, con promesse di lavoro o offerte di beni. Una volta nella loro abitazione, Juan Carlos aggrediva sessualmente le donne, le uccideva tramite strangolamento o decapitazione e successivamente smembrava i corpi. Patricia partecipava attivamente, aiutando a sottomettere le vittime e, in alcuni casi, prendendo parte agli abusi sessuali. Dopo gli omicidi, cucinavano parti dei corpi e le consumavano, nutrendo anche i loro cani con i resti. Alcuni organi, come i cuori, venivano conservati in barattoli con alcol e offerti alla Santa Muerte. I resti non consumati venivano conservati in un congelatore fino a quando non potevano essere smaltiti in lotti abbandonati. In alcune occasioni, vendevano ossa a feticisti e praticanti di culti esoterici. 

La scomparsa di diverse donne nella zona ha portato le autoritĂ  a notare un pattern comune: tutte avevano avuto contatti con una donna che vendeva abbigliamento. Le indagini hanno condotto alla casa dei coniugi Hernández-MartĂ­nez. Il 4 ottobre 2018, la coppia è stata arrestata mentre trasportava resti umani in un passeggino. Durante gli interrogatori, Juan Carlos ha confessato di aver ucciso almeno 20 donne, mentre Patricia ha ammesso la partecipazione in 10 omicidi. Entrambi hanno descritto dettagliatamente gli atti di cannibalismo e altre pratiche macabre.  

Nel 2019, la coppia è stata condannata a 327 anni di carcere ciascuno per otto capi d’accusa di femminicidio, oltre ad altri reati come tratta di persone e sepoltura illegale di resti umani. Con ulteriori condanne per altri due femminicidi, la pena totale supera i 400 anni di reclusione. Le autorità hanno assicurato che entrambi passeranno il resto della loro vita in prigione.
Questo caso ha evidenziato gravi lacune nella protezione delle donne in Messico e ha scatenato proteste pubbliche contro la violenza di genere. 



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