Milena Quaglini soprannominata "la vedova nera del Pavese"
Nel caso di oggi vediamo come la vittima può diventare anche carnefice si perchè, Milena Quaglini stanca delle botte e delle violenze diventa un'assassina seriale.
Nata il 25 marzo 1957 a Mezzanino nei pressi di Broni, nell'Oltrepò, dopo essersi diplomata a 19 anni decise di scappare di casa da un padre ubriacone e violento. Trovò lavori saltuari finché si sposò ed ebbe un figlio, finalmente sembrava aver trovato un equilibrio familiare con l'uomo della sua vita purtroppo però l'uomo si ammalò gravemente e morì, la perdita del marito fece cadere Milena in una depressione che la accompagnò per tutta la vita e le fece sviluppare una grave dipendenza dall'alcol. Si trasferì e trovò un altro lavoro e qualche tempo dopo conobbe Mario Fogli che divenne il suo secondo marito dal quale ebbe due figlie. Anche Mario aveva problemi di alcol e un lavoro saltuario da camionista, la costrinse a smettere di lavorare a causa della sua gelosia. Oltre ai maltrattamenti la famiglia aveva anche seri problemi economici e la donna esausta decise di separarsi dal marito e si allontanò con le figlie ad Este. Trovò lavoro come portinaia in una palestra ma i soldi erano pochi allora, trovò un altro lavoro come badante presso un anziano di 83 anni, Giusto Della Pozza che le prestò la somma di 4.ooo.ooo milioni di lire. Della Pozza avevo chiesto la restituzione del denaro con rate di 500.000 lire al mese oppure un pagamento in "natura", la donna rifiutò l'offerta e così quando l'uomo tentò di violentarla Milena reagì e durante una colluttazione colpì l'uomo con la base di una lampada fracassandogli il cranio, lo lasciò agonizzante, uscì e chiamò l'ambulanza e dichiarò di averlo trovato a terra in una pozza di sangue ma di non sapere cosa fosse successo. Solo dopo le indagini della Polizia si scoprì che fu proprio lei ad ucciderlo per questo fu condannata a 20 mesi con l'accusa di eccesso di legittima difesa. Pochi mesi più tardi tornò a convivere col marito ma, il 2 agosto 1998 dopo l'ennesima discussione aspettò che fossero tutti a letto poi strappò una corda da tapparella e legò l'uomo come un capretto e lo osservò morire poi avvolse il cadavere dentro dei sacchi neri e poi in un tappeto e lo mise sul balcone. Il mattino seguente chiamò i Carabinieri e confessò l'omicidio. Milena fu arrestata e condannata a 6 anni e 8 mesi agli arresti domiciliari grazie alla riduzione della pena per semi-infermità mentale poi venne inviata in un centro di recupero da dove fu cacciata perchè aveva ripreso a bere. Costretta a trovare un'altra sistemazione trovò tramite un annuncio una camera in affitto da un certo Angelo Porrello. Anche l'uomo aveva precedenti, aveva scontato infatti una condanna di 6 anni e mezzo per aver abusato delle sue 3 figlie. Il 5 ottobre 1999 Angelo Porrello violentò Milena che di risposta lo uccise con dei tranquillanti sciolti nel caffe e che poi mise il corpo nella vasca.
Milena fu arrestata e condannata ma la sua condanna più grande fu la depressione che non l'aveva mai abbandonata e che lei cerca di combattere in tutti i modi, con l'alcol e gli antidepressivi ma soprattutto con i suoi quadri che amava dipingere. Di certo la sua non è stata un'infanzia felice con un padre alcolizzato e violento, l'incontro col suo secondo marito con gli stessi atteggiamenti del padre e poi con altri uomini che volevano solo farle del male l'hanno trasformata in un'assassina ormai stanca di subire che ha deciso di reagire.
Giusto Della Pozza (prima vittima di Milena)
Mario Fogli (secondo marito)
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