Marianne Bachmeier

 

Molti si chiedono perché l'uomo uccida ci sono svariate motivazioni:

• Rabbia
• Invidia
• Gelosia
• Noia
• Soldi
• Pulizia
• Amore

Proprio quest'ultima motivazione è il caso di Marianne Bachmeier che ha fatto da giudice e da giustiziere con Klaus Grabowski, la sua vittima.

Marianne era una mamma single che gestiva un pub a Lubecca figlia di un ex soldato delle Waffen-SS che nella sua giovane età ha subito anche lei molte violenze sessuali tantè che rimarrà incinta ben due volte dando sempre in adozione i figli fino ad arrivare nel 1973 anno in cui partorì Anna.

Grabowski aveva 35 anni un macellaio di Lubecca (Germania). Durante la sua giovinezza era già stato arrestato e condannato per la violenza compiuta su due donne il quale durante la sua permanenza in carcere decise di seguire una cura di sua spontanea volontà per la castrazione chimica, una volta uscito decise di sottoporsi ad una cura per invertire il processo di castrazione. Che nel 1980 rapii Anna durante il  tragitto verso casa di una sua amica dopo aver deciso di saltare la scuola a cusa di una discussione con la madre. Klaus una volta portata a casa la struprò e infine la stragolò, infilò il cadavere in una scatola e lo nascose nella banchina di un canale, successivamente tornò sul posto per seppellire la piccola vittima. L'arresto avvenne quella sera stessa nel pub preferito dopo che la sua fidanzata lo consegnò alla polizia.

Durante il processo Klaus ammette davanti alla corte solo di aver rapito e successivamente ucciso Anna sostenendo che quest'ultima lo ricattasse chiedendogli dei soldi altrimenti lei sarebbe andata dalla mamma dicendole che lui l'avesse toccata inappropriatamente. Marianne sentendo queste parole impazzì di rabbia ed il 6 marzo 1981 (durante il terzo giorno di processo) riuscì a superare i controlli portando con sé una pistola e una volta in aula svuotò l'intero caricatore mettendo a segno 7 colpi su 8  uccidendo Klaus all'istante.

Arrestata subito dopo aver sparato con l'accusa di omicidio, durante il suo processo nel '82 affermò che sparò a Grabowski durante uno stato di trance dopo aver visto la figlia in aula. In un primo momento fu dipinta come santa dai giornalisti ma quando cominciarono ad indagare più affondo scoprirono il suo passato e dei figli dati in adozione facendo cambiare l'opinione su di lei. Nel 1983 fù condannata a 6 anni di reclusione per omicidio e possesso di arma da fuoco illegale ma ne uscì dopo 3 anni. 

Dopo aver scontato i suoi anni di carcere si trasferì in Nigeria dove sposò un professore tedesco dal quale si separò nel '90 trasferendosi in Sicilia. Il 17 settembre del 1996 morì a causa di un tumore in un ospedale di Lubecca nella quale tornò dopo che le era stata diagnosticata la malattia, fù seppellita vicino la figlia.

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