"Il mostro delle Ande"


Pedro Alonso Lopez o "il mostro delle Ande" come fu soprannominato dalle autorità, è stato uno dei killer più proliferi della storia si sospetta che abbia ucciso circa 300 bambine nelle regioni di Colombia, Perù ed Ecuador. E' nato l'8 Ottobre 1948 durante il periodo della Violencia (che consisteva in una insurrezione sociale scoppiata dopo l'assassinio di Jorge Eilécier Gàitan Ayala politico leader del partito populista). Pedro era settimo di 13 figli, sua madre era una prostituta era molto severa e violenta, la vita era difficile e la famiglia viveva in povertà. All'età di 8 anni Pedro fu cacciato di casa perchè fu scoperto a molestare la sorellina più piccola. Viveva per strada dormendo in edifici abbandonati e mangiando gli avanzi che trovava fra l'immondizia. Un giorno fu avvicinato da un uomo anziano che si offrì di aiutarlo invece lo rapì e lo sodomizzò per diverse ore. Dopo quella esperienza Pedrò diffidò delle persone, un anno dopo si spostò a Bogodà, anche qui viveva di elemosine e piccoli furtarelli. Un giorno fu notato da una coppia americana che vedendo le condizioni critiche in cui viveva decise di adottarlo, finalmente aveva un tetto sopra la testa, un letto dove e dormire e pasti caldi. Iniziò anche a frequentare la scuola ma all'età di 12 fu violentato da un maestro e così Pedro decise di scappare e tornare a vivere per strada. Diventò un abile ladro di auto e spesso veniva pagato per i suoi furti. UnNel 1969 fu arrestato e condannato a 7 anni di carcere, pochi giorni dopo fu violentato da 4 detenuti che lui poi uccise tagliandogli la gola, era stufo di subire volenze per gli omicidi gli furono aggiunti 2 anni alla condanna. Uscito dal carcere pensava agli anni persi, all'adolescenza trascorsa in carcere, alla madre che lo aveva abbandonato e al fatto che non sarebbe riuscito a farsi una famiglia tutta sua.

L'odio così forte nei confronti della madre lo fecero diventare un misogino, così iniziò ad uccidere giovani ragazze, quasi tutte bambine, quando sceglieva la vittima la seguiva per giorni, poi l'avvicinava le regalava uno specchietto e le chiedeva di seguirlo, quando arrivavano in un posto isolato lui le violentava ripetutamente poi le strangolava. Uccideva sempre prima del tramonto (lui stesso confessò che se fosse stato buio non avrebbe potuto guardare negli occhi le vittime e vedere il momento in cui lasciavano la vita) perchè si eccitava guardare le sue vittime morire faceva in modo che la loro agonia fosse lunga. Dopo averle uccise amava stare con loro seduto a parlare per ore poi le seppelliva in gruppi di 3/4 per non farle stare da sole. Un giorno venne scoperto, da una tribù di indios, mentre cercava di violentare una bambina di 9 anni, lo presero lo torturarono e poi lo seppellirono vivo, si salvò perchè un missionario convinse la tribù a consegnarlo alla polizia. Peccato che la polizia non diede molta importanza alla faccenda e così lasciò andare l'uomo che vagando indisturbato fra Ecuador e Colombia continuò a uccidere.

Un giorno nel tentativo di rapire una bambina di 10 anni che si trovava al mercato con sua madre, Pedro fu bloccato da alcuni presenti e consegnato alla polizia che lo portò in prigione, non fu per niente collaborativo e allora gli agenti decisero di farlo parlare con un sacerdote: Padre Cordoba Gudino. Pedro inizia a raccontare dei suoi omicidi e il sacerdote e così scioccato da quello che ha udito che non vuole più ascoltare. La polizia è incredula, non credere al numero di vittime uccise e allora Pedro indica alcuni dei luoghi dove sono sepolti i resti dei cadaveri. Vengono ritrovati 53 delle vittime ma la polizia adesso è convinta che possano essere di più. Pedro Alonso Lopez viene condannato al carcere a vita per 110 omicidi, fu dichiarato capace di intendere e di volere. Il 31 Agosto 1994 è stato scarcerato, ha fatto perdere le sue tracce, non si sa se sia vivo o morto.

Lui era convinto di salvare quelle ragazze da tutte le loro sofferenze uccidendole si vedeva come il salvatore.


 Alcune delle piccole vittime di Lopez.


Pedro Alonso Lopez.


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