"Vincenzo Verzeni"


Oggi voglio rispolverare un caso del 1870 di cui ho sentito parlare che non conoscevo affatto, è la storia del "Vampiro della bergamasca",
Vincenzo Verzeni nato a Bottanuco l'11 Aprile del 1849 in una famiglia di contadini. La loro situazione economica era precaria, il padre un alcolizzato violento e la mamma soffriva di epilessia. A 18 anni Verzeni mostra i primi segni di aggressività, aggredisce nel sonno sua cugina Marianna che riesce a mettere in fuga il ragazzo con le sue urla.
In seguito Verzeni aggredisce altre donne; Barbara Bravi nel 1869 che riesce a opporgli resistenza, Margherita Esposito (lo stesso anno) che ferisce Verzeni al volto, ancora lo stesso anno Angela Previtali che viene rapita e poi rilasciata per compassione, questa è la prima volta che l'uomo viene denunciato alla polizia. Le cose cambiano quando l'8 Dicembre 1870 Verzeni uccide la quattordicenne Giovanna Motta che si stava recando in un paesino vicino a trovare dei parenti. La ragazza sparisce nel nulla il suo corpo viene ritrovato 4 giorni dopo mutilato, sul corpo ci sono segni di morsi, le interiora e gli organi genitali erano stati asportati e sul polpaccio mancava un pezzo di carne. Accanto al cadavere inoltre erano stati ritrovati degli spilloni che probabilmente Verzeni aveva usato per torturare la vittima.
Dopo altre aggressione nel 1872 uccide Elisabetta Pagnoncelli, il cadavere verrà ritrovato mutilato come quello di Giovanna.
Verzeni verrà arrestato nel 1873, della sua perizia se ne occuperà Marco Ezechia Lombroso, detto Cesare, pioniere degli studi sulla criminalità (di Lui parleremo più avanti).
Lombroso definì Vincenzo Verzeni "sadico sessuale, vampiro, divoratore di carne umana" e basandosi su caratteristiche fisiologiche diagnostica una forma di necrofilia, cretinismo e pellagra ma lo considera sano di mente.
Verzeni confessa gli omicidi con grande soddisfazione, dichiara inoltre che i graffi sulle cosce delle vittime sono stati provocati dai suoi denti e che ha bevuto il sangue colato dalle ferite godendo. Giudicato colpevole viene condannato all'ergastolo da scontare in un manicomio criminale e ai lavori forzati a vita.
Sulla morte di Verzeni ci sono delle controversie perché gli infermieri del manicomio dichiararono di averlo trovato morto impiccato nella sua cella il 13 Aprile 1874 mentre l'atto di morte n.87 del comune di Bottanuco certifica che l'uomo morì nel suo paese natale il 31 Dicembre 1918 per cause naturali dopo aver scontato la pena convertita da ergastolo a 30 anni di reclusione.
Il Vampiro della bergamasca, Vincenzo Verzeni.


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