"Christa Wanninger"


Oggi parliamo dell'omicidio di Christa Wanninger, bella vero?

Christa è nata a Monaco di Baviera il 1 Dicembre del 1940, era una modella e aspirava a diventare un'attrice famosa, per questo si era trasferita in Italia per lavorare, invece morirà a soli 23 anni in un palazzo sito in via Emilia, vicino Via Veneto.

Il giorno della sua morte era andata a trovare la sua amica e coetanea Gerda Hodapp, (ex ballerina, anche lei in Italia per lavoro), amica che non incontrerà mai perché, appena uscita dall'ascensore sul pianerottolo c'è il killer ad aspettarla, la colpirà con ben 11 coltellate che, non le daranno scampo e non le permetteranno di bussare alla porta dell'amica. Le urla di Christa attireranno alcuni abitanti e la portinaia dello stabile che diranno di aver visto: un uomo distinto, sui 30 anni, alto, magro con un abito blu scendere le scale con molto calma mentre loro si recavano al quarto piano.

A coordinare le indagini è il Capo della Squadra Mobile di Roma, Domenico Migliorini. La prima ad essere interrogata è la signorina Hodapp che afferma di non aver sentito l'amica urlare perché stava ancora dormendo e soprattutto, detto da lei, non aspettava la visita di Christa perché, le aveva detto che non avrebbero pranzato insieme quel giorno a causa del suo malessere fisico.

Anche il compagno della Hodapp e il fidanzato della vittima furono interrogati ma, entrambi avevano un alibi per il momento dell'omicidio.

Nel 1964 il giornalista Maurizio Mengoni ricevette una telefonata anonima da parte di un uomo che dichiarava di essere il fratello dell'assassino della Wanninger e che per cinque milioni era disposto a dare delle informazioni esclusive. Mengoni però avvisò i Carabinieri che riuscirono a risalire al telefono pubblico da dove partì la telefonata e al responsabile. Si trattava di Guido Pierri, un artista particolarmente oscuro di 32 anni.

Quando perquisirono la sua casa trovarono un completo blu, un coltello simile a quello usato per l'omicidio e alcuni quaderni dove "il pittore" aveva descritto in maniera delirante ma ben precisa non solo l'omicidio della Wanningr ma verso altre donne che pedinava. Non avendo un alibi per il giorno dell'omicidio venne arresto ma durante il processo non essendoci prove concrete venne scagionato.

Negli anni successi Guido Pierri venne processato più volte, nel 1976 fu richiesta una perizia psichiatrica e risultò affetto da "disturbo schizofrenico" quindi non andò in prigione perché non imputabile, arrestato di nuovo nel 1977 viene di nuovo assolto per mancanza di prove nel 1978.

Dunque quest'uomo è colpevole o no??? E' consapevole delle sue azioni al momento dell'omicidio o è incapace di intendere e di volere?

Durante gli anni in cui subisce perizie e processi si sposa e ha una figlia mentre, la famiglia Wanninger lo vede come l'unico colpevole.

Questo è uno dei casi più enigmatici avvenuti durante il periodo cosiddetto "la dolce vita".


Luogo del delitto.


Guido Pierri durante il processo.


Arrivati a questo punto arrivano i miei soliti dubbi e domande. A voi non sembra che manchino dei tasselli?

La prima cosa che mi viene da chiedere è: I processi a carico di Pierri, prima è affetto da schizofrenia quindi incapace di intendere e volere e non può andare in carcere. Poi è sano di mente quindi può andare, insomma è o no lui il colpevole? l'uomo visto dagli inquilini, se fosse il vero colpevole come ha fatto a colpire Christa con 11 coltellate senza sporcarsi di sangue? Il completo blu di Pierri aveva qualche schizzo di sangue? Era stato portato in tintoria? E l'amica di Christa stava davvero dormendo? Possibile che non abbia sentito nulla? 

Io troverei più plausibile che il colpevole abbia ucciso la donna e abbia avuto modo e tempo di lavarsi e cambiarsi e voi?


Fatemi sapere la vostra lasciando un commento.....elementare.

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